Inviato da:
regiz
27/01/2006 13.30
Ne vidi uno per la prima volta quasi una decina di anni fa quando iniziavo la mia vita di pendolare tra i due lati dell’Appennino. Il treno locale era fermo per dare, come al solito, precedenza a un qualche EuroStronzo in ritardo. Al contrario di altre volte però eravamo nel mezzo della galleria tra San Benedetto e Vernio; in quello spiazzo dove una volta era la fermata di Castiglione dei Pepoli, dove un’efferata strage fascista e mafiosa fu compiuta: proprio nel profondo delle viscere della montagna. Era già un quarto d’ora buono che eravamo fermi lì e il mio occhio vagava alla ricerca di vuoto, tra le poltrone e nella semioscurità della galleria. Il treno si era come sempre svuotato a San Benedetto ed eravamo rimasti ben pochi a continuare il viaggio fino al capolinea. “Sembra di essere a Moria…” Pensai. Fu allora che vidi la fuori un esserino appuntito il quale strisciava tra le ombre della galleria come un guizzo, una fiammella nera che si muove a un vento circospetto. Non percepì il mio sguardo e scomparve dietro ad una porticina bassa contrassegnata dal tipico cartello: “Vietato entrare: pericolo di morte”.
Tags: